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La Federazione generale dei sindacati palestinesi > (PGFTU) lancia un

domenica 5 dicembre 2004

La Federazione generale dei sindacati palestinesi > (PGFTU) lancia un
appello alla solidarieta delle Società civile europee.

Coordinamento dell’appello di Strasburgo. (più > di 700 ONGS di 22
paesi dell’Unione europea) fra cui l’obiettivo, in stretto
partenariato con alcuni componenti del Parlamento europeo, è di
apportare un contributo importante e significativo alla risoluzione
del
conflitto israelo-palestiniano, e stato afferrato di una domanda
insistente
del PGFTU. E stato a Londra, il 14/10, in nostra presenza, in una
giornata
di lavoro consacrata alla situazione in Palestina
occupata, cosa alla quale il portavoce del PGFTU, Mohammed M A Saleh,
ha
solennemente appellato alla solidarieta di tutti i componenti della
Società Civile europea, di cui i sindacati sono un elemento
essenziale. Si tratta, infatti, di raccogliere tutte le
nostre energie, di mobilitare tutto il nostro sapere e mezzi
per esercitare una pressione politica di dimensione europea, o
più internazionale ancora, allo scopo di fare cessare gli effetti
disastrosi del occupazione per il lavoro e l‘economia dei territori
occupati, la vera
causa essendo nella vera guerra colonizzatrice che subisce il
popolo palestinese.

La Palestina vive sotto un regime di segregazione, bene identificata
dalla confederazione Sud-Africaina dei sindacati (COSATU), la quale in
un
messaggio al popolo palestinese gli ha appena espresso il suo
sostegno nella sua lotta per l’indipendenza e la sovranità
nazionale. I Sud-Africains, che hanno subito e superato questo tipo di
segregazione erano quelli piu adatti per giudicare della gravità della
situazione e ci hanno così mostrato la via da seguire.

Il coordinamento dell’appello di Strasburgo, in uno primo tempo ha
preso contatto con delle unioni sindacali locali che tutte si
dichiararono pronte a dare un contributo ad un’azione da definire
per venire in aiuto al PGFTU. Il decesso del Presidente
Yasser Arafat ha appena aggiunto un grado di emergenza supplementare
alla
necessità
assoluta di mettere al primo piano delle nostre preoccupazione l’aiuto
da
fornire al popolo palestinese
ed ai suei rappresentanti che il 9 gennaio prossimo dovrebbero
eleggere un nuovo presiedente.

Le condizioni nelle quali si terranno queste elezioni dipendono in
parte non trascurabile, della capacità delle componenti della
società civile europea mobilitarsi ed a mobilitare insieme
affinché le istanze decisionali politiche nazionali ed
europei veglino a ciò che quest’elezioni svolgono più normalmente
possibile, nonostante la presenza di un esercito occupante
omnipresente ed di coloni ostili a tutto ciò che potrebbe
permettere al popolo occupato di dotarsi democraticamente di un
presidente, di un governo e di un apparecchio di stato. Già,
degli eletti di vari posti hanno dato le prove della loro
determinazione
ad essere attori di quest’aiuto concreto. I parlamentari
europei hanno deciso mercoledì scorso 17/11, durante la
sessione parlamentare di Strasburgo ché 30 fra loro sarebbero inviati
sul
posto comé
osservatori e che alcuni altri parlamentari in riguardo alle loro
funzione
al
centro della delegazione Palestina, tra l’altro erano pronti se
i palestinesi lo chiedono, a prendersi alcune responsabilità durante
questo
periodo elettorale o pré-électorale.

Comunità-locale francesi hanno risposto favorevolmente alla richiesta
del autorità palestinese di venire sul posto durante la prima
quindicina di dicembre a lavorare alla tenuta delle elezioni locali.

Il 5 dicembre, a Lione, oltre alla riunione del
l’Associazione dei maestri per la pace, i gruppi europei si
raccoglierà per valutare come potràno integrarsi nel dispositivo
elettorale per le elezioni comunali che dovevano cominciare il 23
dicembre con le città di Cisgiordania ma la cui scadenza
certamente sarà riportata di alcune settimane visto il pocco tempo ché
rimane.